La storia e le origini di Acquarica Del Capo
Acquarica del Capo è un piccolo comune dell’area di S.Maria di Leuca, dalla quale dista 15km ed è ubicata a 8km dalla costa jonica (spiagge più vicine, sono quelle di Torre Mozza e Lido Marini), ed a 15km circa dalla costa adriatica (mare più vicino dal lato est, marina di Novaglie). ” A locanda Tù Marchese” a Matino dista 23km.
Lo stemma civico di Acquarica del Capo è una fontana d’oro dalla quale si innalza un lungo zampillo d’acqua; probabilmente tale simbolo stava a rappresentare l’abbondanza di acqua nel territorio. La presenza da parte dell’uomo sul territorio di Acquarica del Capo, fin dai tempi più remoti, è testimoniata dai ritrovamenti avvenuti nella Caverna della Madonna della Grotta. Si tratta, infatti, di reperti risalenti al Neolitico, al Paleolitico ed alche all’età del bronzo. Sulle pareti della grotta, che è alta ben sei metri, sono anche visibili iscrizioni attribuite all’epoca bizantina.
Alcuni studiosi sostengono che il paese sia sorto vicino a tre casali che non esistono più: Cardigliano, Ceciovizzo, e Pompignano; e che quindi la popolazione di Acquarica provenga da questi. Cardigliano era ubicato a nord-ovest rispetto ad Acquarica, a circa 4km. Ceciovizzo o Cicinizio era sito a solo 1 chilometro dal centro abitato di Acquarica ed ora è denominato Gelsorizzo. In questo casale il signore feudatario Fabrizio Guarino eresse nel corso del 1500 una torre colombaia, e lasciò l’epigrafe latina in cui fu scritto “Fabrizio fece costruire la colombaia per sé e per gli amici Anno 1550”.
Pompignano diversamente non era vicina al casale di Acquarica del Capo, però i Saraceni la invasero e la distrussero verso il IX-X secolo d.C. I profughi di Pompignano in fuga si rifugiarono nell’entroterra e si mossero oltre la serra. Giunti nel sito di Acquarica ed accortisi subito dell’abbondanza di acqua vi si fermarono. Più tardi, poi, caduti i casali Ceciovizzo e Cardigliano, i loro abitanti vennero ad ingrossare la popolazione di Acquarica che, nelle vecchie carte si trova contrassegnata con l’aggiunta “de Lama”, voce che nel latino significa Laguna, ristagno d’acqua, dalla quale deriva il nome della contrada “Lama”.
Questo ristagno di acque scomparve dopo che si formò ” la vora” che inghiottì tutte le acque e lo stagno esistente provocando il prosciugamento della zona. Ancora oggi questa voragine naturale è attiva e assorbe enormi quantitativi di acqua provenienti sia dal centro abitato che dalla alture prospicienti. In seguito il paese assunse il nome di Centellas, dal cognome del feudatario che ne era il padrone nel 1669. Cessato il breve dominio di costui, riprese il nome di Acquarica con l’aggiunta “del Capo”, per distinguersi da una frazione.
Cosa visitare ad Acquarica del Capo:
Il patrono di Acqurica del Capo è San Carlo Borromeo, dal quale prende il nome la chiesa il cui portale è del XVII secolo. Ubicata nella piazza omonima, fu edificata da Fabrizio Guarino, il quale, essendosi ammalato a Napoli, fece voto a San Carlo di costruire una nuova chiesa se fosse guarito.
È stata la seconda chiesa parrocchiale di Acquarica (dopo quella della Madonna dei Panetti) fino al 12 ottobre 1975. Al di là del centro abitato sorge la Chiesa di Santa Maria Pannetti, che risale al secolo XI. Il nome deriva forse dal greco Panellios per indicare l’origine greca della chiesa. Popolarmente si dice anche Madonna dei Panetti, perché il fondo attiguo alla chiesa era coltivato a grano che serviva per il pane dei poveri. È di modeste dimensioni, ha pianta ad unica aula, con due absidi a sezione semicircolare calottate sul lato destro.
È coperta da volta a spigolo posata su pilastri in pietra tufacea. Sembra inserita in una precedente costruzione, forse con volta a tegole e con ingresso frontale alla prima abside. La chiesa ha una sola campana che reca la data: 1800. Tale campana, appartenente alla cappella della Madonna del Ponte, è stata trasferita in questa sede nel 1984. Ritrovata scavando vicino agli antichi “ponti” di Acquarica, viene detta tradizione “devota e miracolosa” perché se veniva suonata durante un temporale, faceva allontanare.
La chiesa di Cristo Risorto è ubicata in via Don Minzoni. È l’odierna chiesa parrocchiale, inaugurata il 12 ottobre 1975. È stata realizzata da maestranze salentine (Galatina) su progetto degli architetti B. Paolo Torsello e Giuseppe Cristinelli, docenti presso l’istituto Universitario di Architettura di Venezia, con offerte dei fedeli e contributo statale. La facciata in stile moderno, con la caratteristica forma “a canne d’organo”, richiama l’idea della musica e della sacralità. Altre chiese sono quella di San Giovanni Battista e quella della Madonna di Pompigliano.
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