Ecco a voi questa antica ricetta salentina da provare a casa o alla Locanda
Antico piatto tradizionale salentino costituito da ceci e sfoglia di pasta di farina di grano duro, tirata a mano e tagliata a guisa di corte tagliatelle. Vi sono due ricette tradizionali: Tria cu li mugnuli e Ciceri e Tria. L’estro dello Chef Daniele de “A Locanda Tù Marchese” a Matino ha creato una minestra di legumi con pasta fresca maltagliata, per metà cotta in acqua salata, la cosiddetta Tria ed una parte fritta, Frizzuli, con l’aggiunta dei mugnuli (cavoletti salentini). Potrete gustare questo piatto ricco di tradizione sulla nostra terrazza panoramica, trasformata in un orto pensile, ricca di verdure e aromi, con una vista sul campanile della Chiesa Matrice e sul centro storico di Matino.
La storia del piatto
Questa ricetta, è un esempio di archeologia gastronomica, pare infatti, che Orazio si riferisse a questo piatto quando, nelle Satire (Satire 1,6, vv.115-116), descriveva appassionatamente la minestra di ceci, cipolla e lagano , che sarebbe la sfoglia di pasta che era così denominata già dai Greci e Latini. Nel Salento, il sostantivo lajana è stato abbinato nei secoli al sinonimo tria che deriva dall’arabo itrya che vuol dire pasta secca. Tutta la provincia conserva l’usanza di questo piatto, in quanto il suo consumo assume anche un valore rituale durante le celebrazioni della festa di S.Giuseppe patriarca , ricorrenza in cui, in molti paesi (un tempo per i poveri del paese, oggi per mantenere la tradizione), si approntano delle grandi tavolate , in cui è proprio questa preparazione , la principale portata. La tradizione delle tavole di S. Giuseppe, nella provincia di Lecce resta ancora salda a :Diso, Giurdignano, Minervino, Surano, Uggiano la Chiesa etc…
Preparazione del piatto
Dopo aver lasciato i ceci per una notte al bagno con sale ed una punta di bicarbonato , si risciacquano e si pongono a cuocere in una pignatta di terracotta con acqua, sale e qualche foglia di alloro.A metà cottura si elimina buona parte d’acqua, si aggiungono odori e ortaggi quali: sedano, prezzemolo, aglio, cipolla e qualche pomodoro da serbo, pelato e privato di semi, si completa la cottura.
Si fanno imbiondire degli spicchi d’aglio in una padella con dell’olio, ove dopo averli eliminati, si mette a friggere a crudo un terzo della sfoglia di pasta sino a farle acquisire un colore bruno dorato. Si butta in abbondante acqua salata il resto della pasta e quando questa sarà cotta al dente , si elimina quasi tutta l’acqua , si aggiungono i ceci con tutto il loro brodo di cottura, si riporta a bollore e si unisce la pasta fritta con il suo olio. Si continua la cottura mescolando bene, si completa con una spolveratina di pepe nero macinato al momento.